Il sequestro Arra

La notte tra il 18 e il 19 Agosto 2005 quattro individui armati e mascherati irrompono in una villetta ancora in costruzione, in località Reggialis, nelle campagne tra Barisardo e Cardedu, e sequestrano Davide Arra, uno studente di quindici anni che ha appena concluso la 3a liceo scientifico e che trascorre lì le vacanze estive: Davide è figlio di Giampietro Arra, direttore della filiale del Banco di Sardegna di Tortolì.

Doveva essere raggiunto dai genitori il fine settimana; dopo averlo svegliato di soprassalto e averlo fatto vestire, i banditi lo caricano su un'autovettura rubata, che poi abbandonano per un guasto al motore, e lo conducono al luogo dove sarà tenuto prigioniero, un grande cespuglio a ridosso della foresta di Bingioniga, in una zona di confine tra i territori comunali di Tertenia, Perdasdefogu e Jerzu. Qui lo costringono a sedersi e gli legano le caviglie e le mani con del nastro adesivo.

Intorno alle 7 del mattino lo zio della vittima, Angelo Arra, viene avvicinato da due uomini armati di fucile, con il volto coperto da un passamontagna, che lo informano del rapimento del nipote e chiedono un riscatto di 50.000 euro. Il denaro dovrà essere prelevato in banca dal padre del ragazzo e consegnato in un luogo vicino alla stradina militare che collega la statale 125 alla base di Perdasdefogu.

I familiari del giovane studente, invece, danno l'allarme, e ben presto l'intera zona viene setacciata dalle forze dell'ordine con l'impiego di centinaia di uomini e diversi elicotteri. I banditi si sentono braccati e alle 14:15 Davide Arra, lasciato solo, riesce a liberarsi e a raggiungere, dopo circa venti minuti di marcia, una casa colonica vicina.

"Sono il sequestrato", dice ad un agricoltore. Parte subito la chiamata al 112, poi il ragazzo chiama il padre: "Sono libero". Sul posto piombano i carabinieri di Jerzu e Lanusei, che lo prendono in consegna e lo interrogano insieme a Gilberto Ganassi, magistrato della Distrettuale. L'esito delle indagini è ancora negativo.

 

Dal libro "SARDEGNA CRIMINALEdi Giovanni Ricci.