Il giogo di buoi (su juu in sardo-ogliastrino) era uno dei cardini della civiltà contadina sarda oltre ad essere anche una delle espressioni culturali e sociali più immediate. Il solo fatto di possederne uno esprimeva il benessere economico della famiglia, non la ricchezza vera e propria, ma significava avere la facoltà di un lavoro continuo e redditizio. La coppia di buoi veniva utilizzata per quasi tutte le operazioni della vita contadina abbinandolo con i due strumenti principali: il carro e l'aratro anche se quello più impiegato era il primo.
La tradizione della fabbricazione di carri è antica in Ogliastra e ha conosciuto i suoi fasti fino all'introduzione diffusa dei mezzi a motore in particolare fino agli anni '60, quando è iniziata la sua parabola discendente anche se bisogna evidenziare che questo declino non ha completamente annientato questa tradizione poichè in alcuni terreni difficilmente raggiungibili con i mezzi meccanici è ancora l'unico attrezzo che possa essere impiegato per la lavorazione della terra. Per esemplificare questo decadenza si pensi che ad Arzana fino agli anni 50/60 erano in attività 6 carri mentre già negli anni settanta il numero era ridotto ad 1 solo.
Parlando di carri a buoi, prima di tutto bisogna fare una distinzione tra il termine Su Maistru 'e carru, che identifica l'artigiano costruttore, da Su Carradori che invece indica il conduttore del carro.
La colorazione dei carri aveva la duplice funzione di protezione del legname e di "pubblicità" dell'artigiano che lo aveva prodotto.
Per esempio a Lanusei erano presenti 2 Maistrus 'e carru, i fratelli Aresu, Giulio li colorava di celeste mentre Mario impiegava il rosso. Non di rado capitava che quando il carro veniva riparato da un'artigiano diverso da quello che lo aveva prodotto quest'ultimo applicava la sua colorazione facendo avere una colorazione duplice oppure si poteva avere una evidenza di questa prassi quando la colorazione superficiale si scrostava, magari per le intemperie, e celava sotto un colore diverso.
Altre colorazioni note erano il rosso a Baunei e l'arancione ad Ilbono.
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Le parti principali del carro sono:
- Sa Scala: è la carcassa del carro e deriva da un unico tronco di leccio nella maggior parte dei casi o più raramente da un tronco di olmo.
- Su Lettu 'E Su Carru: è il ripiano di carico ottenuto con la sovrapposizione di robuste tavole alla carcassa. Le tavole erano una decina circa, anch'esse in legno di leccio e venivano fissate alla carcassa tramite grossi chiodi di ferro lunghi anche più di 20 cm.
- Is Costanasa: sono le sponde del carro e venivano costruite tramite due montanti a sezione quadrata uniti da due o più tavole.
- Is Orrodasa: sono le ruote, la parte più rifinita e più complessa tecnicamente poichè richiedeva grande maestria nel taglio del legname e nell'assemblaggio.
I componenti erano:
- Su Cuartu: nonostante il nome che indica la "quarta parte" era una delle sei parti uguali che componeva il cerchione di legno esterno. Potevano essere prodotte in legno di leccio, olmo od olivastro. Prima di essere assemblate dovevano avere almeno un anno di stagionatura;
- Is Ràggiusu: sono i raggi che collegano "is cuartusu" al mozzo. Sono 2 per ogni "cuartu" quindi 12 in tutto. Il metodo di assemblaggio era ad incastro;
- Su Buttu: è il mozzo della ruota ricavato da un blocco unico di leccio, oltre ad avere la funzione di fissare tutti i raggi, accoglie in tutta la sua lunghezza "sa bùsciula";
- Sa Bùsciula: è il cilindro in ferro inserito dentro ogni mozzo che ha la funzione di accogliere il palo che collega le due ruote;
- Su Lamone: è il cerchione della ruota, fatto in metallo e sagomato artigianalmente per unire tutti "is cuartusu" e dare resistenza alla ruota.
- Su Palu: è il palo in ferro che collega e sostiene le due ruote. A sua volta è fissato dentro "sa cascia".
- Sa Càscia: è un parallelepipedo di legno lungo circa un metro e scanalato lungo l'asse maggiore per accogliere "su palu". Lasciava sporgere circa 30-35 cm del palo per lato per permettere di inserire le ruote.
- Su Coscinettu: è l'elemento principale del sistema frenante ed è costituito da un tacco di legno morbido (ontano o fico) che spinto da "sa meccanica" blocca la ruota.
- Sa Meccànica: è il dispositivo del sistema del sistema frenante preposto a spingere "su coscinettu" contro la ruota.
- Su Juali: è il giogo che permette di accoppiare i buoi.