Sa fogi 'e Susanna

Il "Dossier su Gairo" redatto da Sirigu e Lorrai riportano di un'antica faida fra famiglie che si colloca sullo sfondo della storia di una sventurata giovane ragazza di Gairo, Susanna Depau. 

 

Il cuore di Susanna si invaghi del ragazzo sbagliato, poiché quel giovane volto e quel sorriso che l’avevano ammaliata apparteneva alla famiglia dei nemici di sempre, dei nemici del padre, del nonno, del bisnonno e dei suoi avi.
Ma la tenacia di quell’amore sembrava più forte di ogni senso di odio e vendetta che divideva da sempre i due parentadi e così da quell’amore furtivo fu concepita una nuova vita. Susanna dalla felicità che portava nel cuore per la vita nuova custodita nel suo grembo, si lasciò sfuggire il segreto con la sorella Peppa. Ma lei, lungi dal lasciarsi commuovere riferì immediatamente l'accaduto come fosse la peggiore sventura che la sua famiglia avesse mai potuto e dovuto subire.
Susanna fu confinata in casa e fu riunito in tutta fretta il consiglio di famiglia, o meglio tutto il parentado.
In gran segreto fu presa la decisione con dispositivo di sentenza incontrovertibile e terribile nella sua barbarie, tanto che ognuno si guardò bene dal comunicare alcunchè in merito a Susanna e nessun altro.
Solo lasciarono passare qualche tempo affinchè la fanciulla si sentisse tranquillizzata e rassicurata, ma non tanto che potesse vedersi la vergogna che portava in grembo.
Un sera Peppa comunicò alla sorella che la mattina dopo sarebbero dovute andare a far legna, giacchè il giorno successivo dovevano cucinare il pane e non vi erano scorte sufficienti. Così ancor prima dell’alba le due sorelle si incamminarono per la montagna, dove verso la Valle Nera scorreva un torrente ancora più tetro, oscuro, terribile e dalle mortali pozze profonde d’acqua nera. Raccolsero la legna in fascine e Peppa parlava alla sorella con tono confidenziale ed amicalità, così in nulla Susanna potesse sospettare il compiersi del destino che la sua famiglia, il suo stesso sangue aveva segnato per le fra le stelle del terso e freddo cielo di montagna riflesse nelle pozze gelide del rio Sarcerei.
Proprio sul ciglio di un dirupo che si ergeva a strapiombo su una di quelle abissali coche d'acqua scura, Peppa si fermò a sistemare la fatale fascina di legno. Finito di legare la fascina Susanna si flette per issarsi sulla testa il fardello, ma nella sua condizione aveva bisogno che qualcuno la aiutasse.


L’aiuto da Peppa le giunse immediato e celere, quanto premeditato e studiato da lungo tempo, ma le sue mani non si mossero per sostenere lo sforzo di issare la fascina sul capo della sorella, ma per spingerla inesorabilmente nel burrone a fondo del quale l’acqua gelida dell’inverno di montagna l’avvolse nel suo abbraccio oscuro e mortale.
Da allora quella conca prese il nome di Sa fogi 'e Susanna (la conca di Susanna).
Ma la storia non finì con l’ultimo respiro terrorizzato di Susanna, ma con quello superbo ed orgoglioso della sorella assassina. Peppa infatti tornò in paese con il piglio di un condottiero che aveva sbaragliato l’esercito avversario e vantò le sue gesta come l’atto che lavo con il sangue l’onta fatta dalla sorella sull’onore della sua stirpe.


Il giovane Lorrai venuto a conoscenza dei fatti e dell’impertinenza sfrontata di Peppa Depau, si appostò presso la fonte dove i gairesi si recavano a prendere l'acqua, in tempi in cui non esistevano gli acquedotti e l’acqua corrente nelle case.
Fu là che il Lorrai perpetrò per sé, per la sua amata e per la loro creatura che lei portava in grembo la sua tremenda vendetta, Peppa fu trucidata con dolore e sofferenza alla luce del giorno e davanti agli occhi di tutti.
Peppa morì soffrendo ma mai pentendosi del suo folle gesto e mostrandosi al contrario fiera ed orgogliosa di ciò che aveva fatto per la sua stirpe.

 

Un'altra versione con qualche cenno storico viene riportata da Cabiddu-Ligas nel "Gairo, il cuore dell'Ogliastra":

 

A cavallo fra il '700 e l'800, scoppiò una faida fra due potenti famiglie di Gairo, i Lorrai e i Depau.
Il primo febbraio del 1805 venne ucciso Pasquale Lorrai, il 5 dello stesso mese toccò a Pasquale Depau, e ad un mese preciso da quest'ultimo, il 5 marzo, fu la volta di Sebastiano Lorrai.
Le morti, quindi, spesso si alternavano a distanza di pochissimo tempo e tutti furono uccisi de belassu, cioè in un agguato, da una fucilata sparata a freddo da uno sconosciuto intenzionalmente appostato per compiere quell'atto, frutto probabilmente di una vendetta di cui si ignorano i motivi che la scatenarono. Un altro membro de s'areu de is Lorrais, cioè della famiglia dei Lorrai, che rispondeva al nome di Felice Lorrai, venne ucciso già nel 1792 ed un altro, Salvatore Lorrai, nel 1813. È probabile che furono vittime della medesima faida anche altre persone che rispondevano a cognomi differenti da quelli già nominati.
Ancora, nel 1816 cadde un altro membro della famiglia Depau, Raimondo, e l'anno successivo, nel 1817, morì Susanna Depau.
Quest'ultima, fu trovata sepolta nella zona di Geddì, lungo il rio Sarcerei, dove era stata anche uccisa. 
La sua morte, però, non fu causata dalla solita fucilata sparata nel mezzo di un'imboscata tesa da uno sconosciuto, ma da un fatto ancora più agghiacciante: venne spinta nel fiume dalla propria sorella per morirvi subito dopo annegata, quando ancora era incinta. Il motivo di tale follia infatti risiedeva proprio nel figlio che portava in grembo che era considerato illegittimo.
In base ai dati raccolti e riportati sul testo DATI RELATIVI ALLA STORIA DEI PAESI DELLA DIOCESI D'OGLIASTRA – VOL. 1, scritto da Don Flavio Cocco, da cui è tratto questo racconto, visto il clima micidiale di tensione che regnava allora, non si esclude che la donna sia stata tradita dalla parte avversa per una diabolica e raffinata vendetta. La sua storia viene ricordata ancora oggi in quanto la conca in cui è affogata ha preso il suo nome affinché non ci si dimenticasse di quel tragico gesto. Sempre in base al suddetto testo, ci sono motivi per ritenere che le faide che avvennero a Gairo a cavallo fra quei due secoli, fossero legate a quelle che nello stesso periodo imperversavano a Tertenia. Ciò perché tra le vittime di Tertenia, vi erano spesso Lorrai imparentati con i Lorrai di Gairo, nonché altra gente imparentata con la famiglia avversaria. Per porre fine a quel lungo susseguirsi di omicidi fra le due famiglie, è probabile che sia stato combinato qualche matrimonio affinché venisse dimostrato che era possibile vivere insieme ed in pace. È infatti certo che Peppa Depau, la stessa che diede il suo nome alla fontana abbondante e freschissima che sgorga a un centinaio di metri dal cimitero del vecchi abitato, era sposata con un Lorrai, anche se non si ha la certezza del fatto che questo matrimonio fosse stato combinato veramente a tale scopo.