Il 2 febbraio 2016 è stata deliberata la proposta di ridefinizione della rete ospedaliera (DGR n. 6/15) che a breve sarà portata in Consiglio Regionale per essere approvata.
IL REGOLAMENTO NAZIONALE
Tale riforma è imposta dal Regolamento nazionale dell'assistenza sanitaria (Decreto del Ministero della Salute del 2 Aprile 2015 n. 70) e prevede che gli ospedali siano classificati su tre livelli:
- Ospedali di base
- Ospedali di I livello
- Ospedali di II livello
Questa ripartizione è calibrata in riferimento alle funzioni attribuite nell'ambito dell'emergenza urgenza, delle specialità mediche presenti e del bacino di popolazione servito;
All'art. 3 si prevedere che le Regioni a Statuto speciale possano andare in deroga per tenere in considerazione "le peculiarità demografiche e territoriali di riferimento della loro autonomia organizzativa".
LA PROPOSTA DI RIDEFINIZIONE DELLA RETE OSPEDALIERA
Il presidio ospedaliero di Lanusei viene classificato come "Ospedale Nodo della Rete Ospedaliera" (a cavallo tra ospedale di base e quelli di I livello) poichè il I livello prevede un bacino di utenza minimo di 150 mila abitanti.
Rispetto all'Ospedale di base alla struttura vengono riconosciuti i servizi già presenti:
- Centro traumi di zona (CTZ): che garantisce h24, il trattamento in modo definitivo di tutte le lesioni tranne quelle connesse alle alte specialità
- Stroke Unit: solo pronto soccorso per la presa in carico del paziente nella fase ospedaliera della gestione dell’ictus.
- Neonatologia: il punto nascita di Lanusei sarà tenuto aperto a prescindere dal rispetto dei parametri quantitativi ma sarà sottoposto a monitoraggio costante e, con cadenza annuale, ad una valutazione della qualità delle cure erogate, sulla base di indicatori specifici di processo e di esito;
Non viene ancora concessa l'apertura della sala di emodinamica finanziata nel 2010 con 700mila euro di fondi FESR per le ASL svantaggiate e che attualmente risulta installata e collaudata. Questo nonostante le rassicurazioni dell'Ass.re Arru 14 settembre 2015: "La riforma della Rete ospedaliera verrà rivista nella parte che riguarda l’Ogliastra, inserendo il laboratorio sperimentale di emodinamica, come da impegno assunto con la Comunità ogliastrina."
I MOTIVI DELLA PROTESTA
Il declassamento dell'Ospedale di Lanusei non garantisce il futuro mantenimento dei livelli di assistenza attualmente erogati in Ogliastra e conquistati in 30 anni di autonomia decisionale e bilanci in attivo.
Con l'imminente riorganizzazione delle ASL e la recente riforma degli Enti Locali, l'Ogliastra potrebbe perdere l'autonomia decisionale e con un Ospedale di base, sarà facile perdere servizi a favore delle aree più forti, Nuoro e Cagliari.
COSA SI CHIEDE
Il riconoscimento del Presidio Ospedaliero di Lanusei come Ospedale di I livello in deroga alla norma nazionale (come previsto da Regolamento nazionale) in ragione delle peculiarità demografiche e territoriali.
La parità di accesso a TUTTI i servizi minimi di Cittadinanza (Sanità, Giustizia, Istruzione) anche nei territori periferici.
RICHIESTA PRETESTUOSA?
Questa protesta agli occhi di un non ogliastrino potrebbe essere vista come pretestuosa, perchè: Come fanno appena 60.000 abitanti a chiedere un presidio di primo livello quando la sanità è in forte crisi?
- La ASL dell'Ogliastra nei 30 anni di autonomia ha dimostrato pratiche virtuose e bilanci in attivo (Il buco della Sanità non è stato fatto in Ogliastra)
- L'Ospedale di Lanusei ha già ora quasi tutte le funzioni di I livello e quelle mancanti potrebbero essere reperite dalla rete regionale.
- I tempi di percorrenza verso Nuoro o verso Cagliari sono proibitivi per quasi tutti i centri dell'Ogliastra e per un paziente di Ussassai, di Urzulei o di Tertenia potrebbero voler dire vita o morte.
- Le dinamiche turistiche conducono in Ogliastra una popolazione aggiuntiva di circa 150.000 individui in più rispetto ai residenti.
La motivazione più forte rispetto a questa battaglia è che il tema dello spopolamento delle aree interne è perennemente al centro del dibattito politico ma continuano a non vedersi gesti concreti che vogliano invertire questa tendenza.
Chiedere la parità di accesso a TUTTI i servizi minimi di Cittadinanza (Sanità, Giustizia, Istruzione) anche nei territori periferici, non è una richiesta pretestuosa ma è una necessità di SOPRAVVIVENZA.