Tessuti e tipi edilizie
Il sistema insediativo ogliastrino è piuttosto articolato in quanto comprende paesaggi alquanto differenti che variano da quelli della montagna a pendio accentuato, ai fondovalle e pianure costiere, passando per un ambito di transizione rappresentato dalle colline, che acquisiscono caratteri derivati dai primi due ambiti più estremi. Il primo, grande sistema di differenze è segnato proprio dalla relazione-opposizione tra i centri sempre notevolmente acclivi della montagna ed i nuclei di fondovalle. Nei primi, il tema insediativo di base è costituito dalla “costruzione del pendio”: in essi si forma dunque una struttura urbana “terrazzata”, con una successione di piani - inclinati più o meno fortemente - nei quali si realizza la costruzione delle abitazioni per cellule edilizie; la rete stradale è un sistema di percorsi paralleli in quota e di rampe di collegamento, con l’obiettivo primario di convogliare e smaltire le acque meteoriche.
Fig. 01 – La casa alta nei centri a forte pendio - Seui.
Fig. 02 – Le case dell’Ogliastra secondo Osvaldo Baldacci – I casi di Gairo e Jerzu.
Gli isolati dei centri a forte declivio
Gli isolati presentano spessori sempre più esigui quanto più si accentua il pendio, talvolta ridotti alla dimensione delle due cellule edilizie, passanti o contrapposte (o al limite, nei casi più estremi, di una sola cellula) per lo più con funzione di sostruzione, per reggere la spinta delle terre derivante dal salto di quota tra monte e valle. Da Seui a Jerzu, da Gairo a Lanusei, i tessuti che prendono forma all’interno di questa modalità insediativa sono un reticolo fitto di cellule edilizie con una densità elevata, che lascia pochi vuoti e dentro cui il pieno della casa tende a prevalere nettamente sulle pertinenze di spazio aperto, che al limite sono addirittura votate a scomparire.
Fig. 03 – Seui – Gli stretti isolati con cellule passanti o contrapposte, in cui le cellule in sostruzione realizzano i terrazzamenti sui quali si dispongono i percorsi.
Le case a corte della pianura ogliastrina
La montagna del territorio ogliastrino è incisa da vallate che in alcuni casi si concludono verso la costa orientale con pianure significative, capaci di ospitare sistemi di centri e culture insediative che segnano profonde e radicali differenze nel rapporto tra tipologia edilizia e morfologia urbana rispetto ai centri di montagna.Nei centri di fondovalle si assiste ad una riedizione riveduta della modalità insediativa e della tipologia dei centri delle case a corte diffusa nel Campidano. Infatti, in terreni in generale poco acclivi, ed in presenza di un’economia in cui la componente agricola torna ad essere nettamente prevalente, si ripropone il principio insediativo fondato sul predominio dello spazio aperto, più ridotto o più ampio a seconda della dimensione della casa, ma comunque tale da rompere il fitto intreccio di cellule della montagna e da configurare i corpi di fabbrica come edifici autonomi, spesso con una corte doppia sul fronte e sul retro; le strade assumono la configurazione “a labirinto” connesse al disimpegno della corte ed al suo frazionamento; gli isolati sono in genere ampi, tanto quanto è necessario per ospitare lo sviluppo delle corti.
Nei centri di Tertenia, Bari Sardo, Tortolì, Girasole e Lotzorai il tipo dominante, generatore delle forme urbane dei villaggi, è la casa a corte, nella versione con lo spazio di pertinenza antistante o doppio. Il tessuto più rado, è fatto di case basse, con il pieno edilizio virtualmente articolato attorno al vuoto della corte, e con i corpi di fabbrica talvolta isorientati secondo l’asse eliotermico o verso il declivio della vallata. Non è infrequente il caso di corti con corpo di fabbrica a doppio spessore, sia nel caso di corte doppia, sia nel caso di lotto passante, con corpo di fabbrica sul filo strada. In generale, sono molto sensibili le differenze tra le corti piccole o minime, nelle quali la casa è ancora una volta costituita da una cellula edilizia singola o doppia, con una corte davvero ridottissima, e le medie e grandi case, con fabbricati strumentali che affiancano quelli abitativi e frequenti sviluppi a due piani dei corpi di fabbrica principali. Inoltre, non è infrequente il palazzo che sancisce, a partire dall’800, l’ingresso anche di queste aree periferiche nel grande movimento di formazione della borghesia agraria avviato nella prima metà di quel secolo a scala regionale.
Fig. 04 – Bari Sardo – Casa a corte antistante con corpo principale sviluppato su due piani, cucina sul corpo indipendente e loggiato rustico con forno prospicienti la corte.
Per maggiori approfondimenti si veda:
A. Sanna, Le culture abitative, in A. Sanna, F. Cuboni, I Manuali del recupero dei Centri storici della Sardegna – vol. II.1 - Architetture in Pietra delle Barbagie, dell’Ogliastra, del Nuorese e delle Baronie, DEI, Roma 2008.
O. Baldacci, La casa rurale in Sardegna, Centro studi per la Geografia Etnografica, Firenze 1952.